Dopo un lungo periodo di sofferenza, le cose starebbero per cambiare. Il condizionale è sempre d’obbligo, ma a guardare gli ultimi dati sulla richiesta di prodotti Made in Italy in Russia il 2017 potrebbe essere finalmente l’anno della svolta. I segnali che arrivano dalla seconda metà del 2016 sono incoraggianti: è tornata a crescere la domanda di prodotti Made in Italy nel mercato interno e i viaggiatori russi sono tornati a spendere nel Bel Paese.
Per quanto non sia il caso di farsi prendere da facili entusiasmi, la prospettiva di un nuovo assetto politico internazionale con Usa e Russia maggiormente allineate potrebbe portare a una riduzione di quelle sanzioni che tanto hanno danneggiato le esportazioni italiane e indebolito l’economia interna russa.
In accordo a un’analisi condotta nel trimestre agosto-ottobre 2016, gli acquisti tax free effettuati dai turisti russi sono cresciuti del 2%, con uno scontrino medio pari a 683 euro. Una crescita modesta, ma sicuramente incoraggiante. I prodotti più ricercati nelle aree tax free, in linea con le tendenze degli shopper internazionali (anche cinesi e coreani) si confermano quelli del settore fashion: ben sette articoli su dieci venduti. Per quanto riguarda le città italiane dove i turisti stranieri sono tornati a spendere maggiormente sono due mete per eccellenza come Venezia (+9%) e Milano (+2%).
Se le spese durante i viaggi sono in aumento, più sostanziosa è la crescita nella domanda di prodotti Made in Italy in Russia. Stando alle anticipazioni riportate dall’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, le importazioni del settore della moda italiana sono cresciute del 15,6% nei primi otto mesi del 2016 (in alto un’immagine di una festa nella boutique Etro nel famoso store GUM in piazza Rossa a Mosca).
Tre sarebbero i fattori chiavi di questa ripresa:
- apertura di nuovi negozi in location chiave
- scelta di applicare prezzi allineati a quelli italiani (riducendo una parte di marginalità)
- incremento del turismo locale: in forte crescita sono quelli cinesi che, secondo i dati del Rosturism, l’Agenzia federale per il turismo, nei primi cinque mesi dell’anno sono aumentati del 63%. Una forte crescita (vedi qui articolo su turismo cinese), merito di un accordo che ha semplificato l’accesso e della stretta collaborazione di 20 grossi tour operator cinesi e russi. I cinesi vanno in Russia ed acquistano anche italiano in sintesi.
In uno scenario di ripresa è chiaro che le aziende italiane interessate ad acquisire nuove fette di mercato e conquistare la clientela russa devono tornare a investire in comunicazione e marketing per tenere alta la propria brand awareness e posizionarsi in modo efficace per non lasciare spazio a potenziali competitor stranieri.
Molti degli aspetti legati alla comunicazione in Russia sono trattati nella nostra guida gratuita “Scenari digital e social in Russia”